“Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene”…

Correva l’anno 2006 e l’Italia vinceva i mondiali, Fabio Caressa gridava ed esortava di abbracciarci e volerci bene, avevamo vinto tutto. Il fischio del rigore di Grosso e poi, Noi eravamo Campioni del Mondo… Ma se quella notte del 9 luglio 2006 fosse oggi? Saremmo capaci di restare fermi, non stringerci, non gridare di gioia e non correre abbracciati sotto la stessa bandiera? Saremmo capaci di mantenere questa distanza che oggi ne vale la nostra sicurezza? Gli abbracci, la stretta di mano, la pacca sulla spalla, il contatto fisico. TIENI LA DISTANZA.

Oggi la parola d’ordine è NON TOCCARMI. Come si fa? Come si fa a non avere quel contatto che prima ci faceva sentire insieme? A me piace chiamarlo ‘fattore epidermico’, è proprio il primo scambio d’informazioni utili tra due esseri viventi. MANTIENI LA DISTANZA DI SICUREZZA.

Pensiamo per un attimo ai bambini nel loro primo giorno di scuola. Quanti piangono che non vogliono entrare e lasciare la mano della mamma? Quanti restano fermi immobili davanti a quel cancello che oggi sono costretti a dover attraversare da soli? Le maestre prima avevano la possibilità di stringerli in un abbraccio, rassicurarli che non sarebbe successo nulla e che sarebbe andato tutto bene. Ora quel semplice gesto, che arriva dove le parole non possono, è considerato pericoloso. NON OLTREPASSARE LA DISTANZA DI SICUREZZA.

Secondo l’antropologo Gary Chapman (guru mondiale sulle tecniche di dimostrazione d’affetto), i linguaggi dell’amore sono 5: parlarsi, gesti di servizio, momenti speciali, doni e il contatto fisico. Un anno fa, era tutto un incrociarsi, sfiorarsi, toccarsi, un “aggiungi un posto a tavola, ci stringiamo”, “metti l’asciugamano attaccato al mio”, “andiamo con una macchina sola, anche se piccola, ci stringiamo”, “mettiti più vicino altrimenti non entriamo”, ora la parola “vicino” fa paura. Vi ricordate come stavamo ai concerti? E nelle discoteche? Ballavamo, saltavamo, ci stringevamo, ci sfioravamo con gli sconosciuti, strillavamo euforici, senza pensare che un giorno a tutto questo avrebbero messo un freno! RISPETTA LA DISTANZA DI SICUREZZA.

Sapevate che esiste un movimento chiamato “Free Hugs“? L’ha ideato un ragazzo australiano, abbraccia sconosciuti regalando loro affetto e calore umano; e sapevate che una donna canadese dopo due mesi di pandemia, ha inventato con un telo trasparente l’ “HUG GLOVE”  (il guanto dell’abbraccio) solo per poter stringere nuovamente la madre?!  #SAPEVATELO

Ma che ne dite se per un giorno ci mettessimo il guanto dell’abbraccio e andassimo in giro a regalare calore umano? Non ci farebbe bene a tutti?

Qualche tempo fa ho letto una citazione di Alda Merini che mi ha fatto riflettere, magari farà’ pensare anche a voi…
E bastava un inutile carezza a capovolgere il mondo“.