Non si vedono più sorrisi. Il pensiero di poterlo strappare anche a una persona sconosciuta, mi riempie il cuore.
Il desiderio dell’artista Heidi Aellig era molto semplice ma non si sarebbe mai immaginata di raggiungere in poco tempo migliaia di follower per la sua iniziativa, tanto gentile quanto geniale. Segno che l’uso consapevole dei social può essere uno strumento alternativo alle strette di mano o alle carezze in questo periodo di contagi.
La domanda di partenza che si era posta era semplice: cosa proveresti nell’imbatterti in un sassolino abbandonato e dipinto a mano su un muretto o una panchina? Sicuramente stupore ma successivamente ti strapperebbe un sorriso! Ecco come ebbe inizio, così per gioco, il suo intento era quello di sorprendere le persone lasciando in giro per la città, a Recanati, sassi dipinti con tanti colori e disegni non sapendo se fossero graditi, o se venissero semplicemente buttati.
Alla fine ci è riuscita aprendo un gruppo su Facebook “Un sasso per un sorriso” che in poco tempo è diventato virale e raggiunto numerosi iscritti fino a diventare un fenomeno dilagante su tutto il territorio nazionale e questo solo grazie a quelli che man mano che trovano i sassi li fotografavano e li postavano in rete.
I sassi, piccole opere d’arte in grado di donare meraviglia a persone a noi sconosciute: di qualsiasi forma o colore l’importante è crearli liberando la propria creatività o scovarli, comunicare sul gruppo il luogo del ritrovamento e poi decidere se tenerli o rimetterli in circolazione con lo scopo di regalare sempre più sorrisi.